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Embajada de España
ante la Santa Sede

PALAZZO DI SPAGNA
Piazza di Spagna, 57
00187 Roma

emb.santasede@maec.es

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PALAZZO DI SPAGNA
Piazza di Spagna, 57
00187 Roma

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Curiosità
Curiosità

DECORAZIONE DELLA FACCIATA DELLA CHIESA DI SANTIAGO DEGLI SPAGNOLI IN ONORE DI FILIPPO IV

Esattamente 357 anni fa, il 18 dicembre 1665, fu inaugurata sulla facciata della chiesa di Santiago de los Españoles l'apparato effimero "Alla gloriosa memoria" di Filippo IV, deceduto il 17 settembre dello stesso anno.

Antonio Pérez de Rua, nel suo libro dedicato ai funerali del monarca tenuti a Roma, illustra con dovizia di particolari la bellezza dell'importante monumento eretto su richiesta dell'ambasciatore Pedro Antonio de Aragón.

La realizzazione dell'effimero e del catafalco coinvolse i migliori artisti dell'epoca: il direttore dei lavori, Niccolò Antonio; gli architetti Antonio del Grande - lo stesso che succedette a Borromini nel Palazzo di Spagna - e Giovanni Francesco Grimaldi; i pittori e scultori Fabrizio Chiari, Micael Angelo Maltese, Pietro del Po’, Giovanni Francesco de Rossi, Carlo Malatesta e Lazzaro Morelli - discepolo di Bernini - tra gli altri.

L'effimero celebrava le numerose gesta del defunto, come la pace con la Francia. Tra le diverse statue che lo decoravano, si potevano ammirare: la Morte, il Tempo, alcuni puttini con stemmi, dei trionfi militari, quattro figure femminili allegoriche (Costanza, Prudenza, Concordia e Fedeltà), oltre alle personificazioni delle province spagnole; in cima alla costruzione, su candide nuvole, la Giustizia e la Clemenza che scendono dal cielo. Tra le scene pittoriche spiccava la dipartita di Sua Maestà, allegoricamente contesa tra Ercole e Atlante, le Colonne d'Ercole, in bronzo dorato.

Sull'architrave della porta d'ingresso, al centro, un ritratto del defunto circondato da quattro figure femminili - rappresentando i quattro continenti - che lo venerano, e su entrambi gli stipiti due scheletri in metallo e oro.

Vi invitiamo a trovare queste figure nella fotografia che accompagna questo articolo e a osservare altri elementi decorativo nell'immagine del catafalco.

catafalco_de_Felipe_IV.png

 

PILLOLE DI STORIA

L’IMMACOLATA CONCEZIONE

L’8 dicembre si celebra la festa dell'Immacolata Concezione. Il dogma di fede dell'Immacolata Concezione fu promulgato - dopo secoli di dibattiti all'interno della Chiesa, soprattutto tra i francescani e i domenicani - con bolla apostolica Ineffabilis Deus da Papa Pio IX nel 1854. Il dogma sostiene che Maria è stata concepita senza peccato originale (questo dogma è diverso da quello sulla concezione verginale di Gesù). La Chiesa cattolica riconosce a Maria questo status del tutto speciale in quanto madre di Cristo e ne deduce che Dio l’abbia concepita libera di essere toccata dal male (preservata dal peccato), come si può dedurre dall'espressione "piena di grazia" pronunciata dall'arcangelo Gabriele (Lc, 1,28). Durante questa festa, che si celebra esattamente nove mesi prima della Natività della Vergine, l'8 settembre, i sacerdoti spagnoli hanno il privilegio di indossare una casula blu.
In Spagna, la devozione all'Immacolata Concezione risale al 1585, quando tra il 7 e l'8 dicembre, in occasione della battaglia di Empel (Fiandre), un ufficiale dei “tercios” spagnoli scoprì una tavoletta fiamminga con questa immagine sepolta nel fango, davanti alla quale i soldati pregarono tutta la notte, producendosi il giorno dopo il miracolo del congelamento delle acque che permise di ottenere una vittoria imprevista. Il sostegno spagnolo affinché questo dogma fosse promulgato dalla Chiesa fu, durante tre secoli, una caratteristica costante della politica estera spagnola presso lo Stato Pontificio, e in gran parte fu promossa da questa Ambasciata. Infatti, nel 1622 si ottenne che Roma approvasse un decreto che accettava la tesi che Maria fosse stata concepita senza peccato originale. Il dogma dovette aspettare ancora a lungo.

Il dipinto dell'articolo rappresenta l'Immacolata Concezione secondo Bartolomé Esteban Murillo (c. 1665, Museo del Prado)

LO SAPEVI? IL MISTERO DEGLI APPARTAMENTI NEOCLASSICI

Sapevi che i due appartamenti neoclassici situati al primo piano, sono ancora uno dei misteri irrisolti che riguardano il Palazzo di Spagna, poiché non si sa con certezza a quale uso fossero destinati in origine? La tradizione vuole che siano stati allestiti per ospitare la famiglia di Carlo IV, ma questa teoria non sembra affatto plausibile. La loro decorazione fu commissionata dall'Ambasciatore Antonio Vargas Laguna, nel 1806. L'incarico fu affidato alla bottega del pittore Felice Giani, il quale progettò ed eseguì la decorazione completa di almeno sei delle dieci sale conferendone il suo caratteristico stile. L'insieme è altamente suggestivo e armonioso, una delle opere più belle che l'artista creò a Roma.
Qui potete ammirare l'immagine centrale della cosiddetta Sala della Pace, con il tempio di Giano - la divinità romana che vegliava sulla pace e sulla guerra - sullo sfondo. Lo stile è neoclassico ma con una forte influenza manierista. Il tema della pace era piuttosto ricorrene nell'iconografia di Giani e il tempio di Giano una similitudine con cui usava firmare le sue opere: Giano/Giani, come si può vedere nel dettaglio.

detalle

LO SAPEVI…? SEBASTIANO CONCA E L’APPARATO EFFIMERO IN PIAZZA DI SPAGNA

Sapevi che questo bellissimo dipinto di Sebastiano Conca, oggi custodito nel Museo del Prado, fu utilizzato come bozzetto per l'apparato effimero da lui disegnato, che appare sul francobollo commemorativo emesso dalla Posta Vaticana in occasione del IV centenario del Palazzo di Spagna? Questo spettacolo pirotecnico fu eretto presso la Piazza di Spagna nel settembre del 1727 per festeggiare la nascita dell’Infante Don Luis de Borbón y Farnese, figlio minore di Filippo V.

Il bozzetto è ricco di simbolismi. Su di una scogliera domina il Tempio della Gloria, coronato da una Fama che suona la tromba. Più in basso si distinguono, nel mare, alcuni tritoni e sirene; si vede chiaramente la dea Teti mentre emerge dal mare su un carro per consegnare il figlio Achille al centauro Chirone, il celebre precettore di dei ed eroi.

Sebbene non abbia raggiunto la gloria, l'Infante Don Luis de Borbón y Farnese detiene il record di essere stato il più giovane cardinale della storia della Chiesa, a soli 8 anni. Questo grazie alla determinazione e all'influenza della madre Isabella Farnese, la cui insistenza riuscì finalmente a vincere la resistenza di Papa Clemente XII. Tuttavia, nel 1754 l'Infante Luigi rinunciò alla porpora nonché alle importanti rendite associate alle sue cariche ecclesiastiche, per sposarsi e condurre una vita ritirata lontano dalla Corte.

EMISSIONE DI UN BRANCOBOLLO E ANNULO POSTALE COMMEMORATIVI DEL IV CENTENARIO

Su richiesta di questa Ambasciata, il 16 novembre scorso il Servizio Postale e Filatelico della Città del Vaticano ha emesso un francobollo commemorativo e relativo annullo postale speciale die emissionis in occasione del IV centenario del Palazzo di Spagna come sede dell'Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede, riconoscendo così la particolarità di questo palazzo riguardo le diverse ambasciate accreditate presso la Santa Sede.

Il francobollo riproduce la facciata del Palazzo di Spagna che appare raffigurata nel quadro di Giovanni Paolo Pannini, datato 1727, "Festa all'Ambasciata di Spagna". Il dipinto e l'effimero barocco in esso raffigurati furono commissionati dall'Ambasciatore spagnolo presso la Santa Sede, il Cardinale Bentivoglio d'Aragona, in occasione della nascita dell'Infante Don Luis de Borbón y Farnese.

L’annullo postale è invece liberamente ispirato all'emblema commemorativo ideato per celebrare il IV anniversario del Palazzo come sede dell'Ambasciata.

L'emissione è composta da 137.500 francobolli: 27.500 minifogli da cinque francobolli ciascuno. Il valore di ogni francobollo è di 1,20 euro/cad. 

LO SAPEVI CHE...? LA FESTA DELLA RISURREZIONE

Benché la Chinea fosse la principale festa politica, la principale festa religiosa celebrata dagli spagnoli a Roma durante i secoli XVI e XVII era, invece, la Festa della Risurrezione, organizzata dall'omonima arciconfraternita, che aveva sede nella chiesa di Santiago degli spagnoli in piazza Navona. L'antico Circo di Domiziano riacquistava la sua forma imperiale durante i giorni delle celebrazioni, che iniziavano il martedì della Settimana Santa e culminavano proprio la domenica di Pasqua. La festa era così solenne e importante che sovente, nelle capitolazioni dei matrimoni celebrati fuori Roma, il marito si impegnava a portare la moglie nella Città Eterna in occasione di questa festa.

Qui è riprodotta un'incisione che rievoca lo spettacolare allestimento scenico disegnato da Carlo Rainaldi per la festa della domenica di Pasqua dell'anno giubilare del 1650. I servizi religiosi e le processioni non avevano inizio prima dell’autorizzazione dell'Ambasciatore cattolico, per cui gli amministratori della chiesa di Santiago dovevano inviare un messaggero al Palazzo dell'Ambasciata per ricavare l'opportuno beneplacito.

Trovi questa e altre curiosità nel libro Sotto lo stesso tetto, 400 anni nel Palazzo di Spagna di Isabel Sánchez e Alberto Rodríguez pubblicato da Arbor Sapientiae.

 

PILLOLE DI STORIA
GLI SPAGNOLI A ROMA NEL XVI SECOLO

Verso la fine del XVI secolo, Roma era scarsamente popolata. I suoi abitanti superavano di poco le 100.000 persone, ben al di sotto del milione abbondante che popolava la Roma imperiale. Ciò nonostante, era molto superiore al numero di persone che rimasero in città dopo il sacco di Roma a opera delle truppe imperiale e spagnole del 1527. Tuttavia, Roma rimase sempre una città cosmopolita, con un’elevata presenza di stranieri. Tra questi, la comunità più importante durante il XVI secolo fu quella degli spagnoli. Alcuni di essi si recarono alla Città Eterna come pellegrini, altri a seguito dell’ascesa al pontificato di due Pontefici del nostro paese: Calisto III (1455-58) e, soprattutto, suo nipote Alessandro VI Borgia (1492-1503). Benché non vi siano a disposizione delle statistiche demografiche affidabili, si ritiene che verso la fine del XVI secolo, vi fossero 30.000 spagnoli a Roma, cifra che sembrerebbe, comunque, un po' sproporzionata.

Ma dove dimoravano tutti questi spagnoli? Si trovavano essenzialmente nei dintorni di Piazza Navona e della chiesa di San Giacomo degli Spagnoli, vincolata alla Corona di Castiglia, lì situata. Nel bel dipinto qui riportato, può vedersi chiaramente, verso destra, la facciata di tale Chiesa, la più ricca e importante delle chiese spagnole a Roma. Fu fondata nel 1450 da Alfonso de Paradinas. Purtroppo, l’importante deterioramento già presente a metà del secolo XVIII ne determinò la sua chiusura e la fusione nel 1803 con la Chiesa di Montserrato, tradizionalmente legata alla comunità aragonese. Anche gli ambasciatori spagnoli presso la Corte Pontificia abitarono nella stessa zona - in immobili come Palazzo Altemps o Palazzo de Cupis, dove locavano abitazioni per viverci - prima che nel 1622 fosse formalizzato il trasferimento presso il Palazzo di Spagna. Questo cambiamento di sede fu determinato dalla necessità di poter contare su una sede stabile, immune alle possibili richieste e esigenze delle famiglie romane proprietarie delle precedenti abitazioni, ma anche a seguito dello spostamento del centro del potere, conseguente alla decisione di Paolo V Borghese (1605-21) di trasferire la residenza permanente del Vescovo di Roma al Palazzo del Quirinale, che fino ad allora fungeva solo da residenza estiva del Pontefice.

 LO SAPEVI CHE….?  LA FESTA DELLA CHINEA

Sapevi che la più importante festa, tra le numerose celebrazioni politico-religiose che si celebravano a Roma nei secoli XVI – XVIII, era la Festa della Chinea? Questa festa, i cui origini risalgono ai tempi di Carlo d’Anjou, divenne il simbolo dell’ubbidienza e della lealtà della Spagna al pontificato, da quando nel 1519, Leone X nominò Carlo V Difensor Fidei nonché sacro imperatore romano. La celebrazione si teneva ogni 28 giugno, vigilia della festività di San Pietro e San Paolo, patroni di Roma. La lunga processione che, da quando l’Ambasciata vi si stabilì, partiva da Palazzo di Spagna, attraversava tutta la città per arrivare a San Pietro, dove il viceré di Napoli donava al Papa, quale simbolo di sudditanza feudale, un cavallo bianco e gli pagava un tributo di 7.000 scudi d’oro. Il disegno del 1624 di Pietro da Cortona qui riportato, raffigura l’evento. A seguito della creazione del Regno di Napoli-Sicilia nel XVIII secolo, lo sborso del tributo fu assunto dal Re di Napoli e versato dal suo rappresentante a Roma.

Infine, dopo complesse vicissitudini e numerosi scontri tra il papato e la Casa di Borbóne-Dos Sicilias, che rifiutò di sottomettersi a questo vassallaggio, nel 1855 Fernando II propose al Pontefice il pagamento di 10.000 scudi per la costruzione del monumento all'Immacolata, che vediamo oggi in Piazza di Spagna, a condizione di essere liberato da ogni atto di vassallaggio e tributo. La proposta fu accolta da Pio IX. E fu così che scomparve formalmente la festività della Chinea.

LO SAPEVI?

Sapevi che anche quest’anno si rievocano i 400 anni della canonizzazione, il 12 marzo 1622, di Sant’Ignazio di Loyola, Santa Teresa di Gesù, San Francesco Saverio e Sant’Isidoro l’Agricoltore? A loro si unì il fiorentino San Filippo Neri, in un atto che divenne probabilmente la più grande canonizzazione nella storia della Chiesa.

Queste canonizzazioni ebbero grande importanza politica poiché contribuirono a riaffermare il prestigio e l’identità cattolica della nazione spagnola. Pari era la sua rilevanza religiosa e sociale perché i credenti spagnoli avevano bisogno di raccomandarsi a dei santi locali per implorare la loro mediazione al fine di ridurre la permanenza delle anime nel purgatorio.

LO SAPEVI?

Sapevate che il Palazzo di Spagna ospita un'importante reliquia del martire Letanzio? Letanzio era un giovane magrebino della Numidia che morì per amore della fede con un gruppo di altri undici giovani: Esperato, Nartzalo, Cittino, Donata, Secunda, Vestia, Veturio, Felix, Aquilino, Genara, Generosa e lo stesso Letanzio. Furono chiamati i martiri di Scillium. Furono decapitati a Cartagine il 17 luglio 180 durante le persecuzioni di Commodo. Il loro corpo completo è conservato. Letanzio, dal latino Laetantius, "gioioso, felice".

La reliquia fu donata da Papa Clemente XI nel 1720. Sebbene l'importanza delle reliquie non fosse una novità, il fatto di poter esporre l'intero corpo di un martire in un palazzo era molto alla moda e prestigioso nel XVIII secolo. Ciò aveva a che fare con l'importanza data in passato e ancora all'epoca alla contemplazione del sacro. Il termine contemplazione deriva dal latino cumtemplus, "stare accanto o davanti al tempio". A sua volta, tempio deriva dal greco theìmenos, "luogo di manifestazione del divino". Per questo motivo si ritiene tradizionalmente, nel cristianesimo come in qualsiasi altra religione, che l'esposizione al sacro - ai martiri, ai santi - abbia un effetto benefico importantissimo sulle persone e sul loro destino.

 

PILLOLE DI STORIA

José Nicolás de Azara (Huesca, 1730 - Parigi, 1804)

L'altra grande personalità della seconda metà del XVIII secolo fu l'ambasciatore José Nicolás de Azara. Diplomatico illuminato, mecenate delle arti, appassionato di archeologia, editore e grande bibliofilo, trascorse buona parte della sua vita a Roma, di cui fu uno dei grandi animatori culturali.
Protégé di Jerónimo Grimaldi, già nell'ottobre del 1765 fu nominato all'importante incarico di agente di Preces, che era il rappresentante ufficiale della Spagna presso i tribunali e gli uffici della Curia romana per tutte le questioni relative a bolle, nomine e grazie (che erano numerose). Tuttavia, fu nominato ambasciatore presso la Santa Sede solo nel dicembre 1784. Questa carica è stata ricoperta prima di lui da nientemeno che il Conte di Floridablanca e lo stesso Grimaldi.
Amico intimo di Antonio Raphael Mengs, di cui conservava più di 50 dipinti, ne ha curato e pubblicato i quaderni dopo la sua prematura scomparsa. Lo splendido ritratto qui riprodotto reca la seguente dedica autografa: Da Mengs all'amico di Firenze, gennaio 1774. Appassionato di archeologia, accumulò una vasta collezione di dipinti e busti greco-romani, che donò a Carlo IV nel 1801 e che oggi costituiscono una delle principali collezioni scultoree del Museo del Prado, dove si trova anche il dipinto. Mantenne una proficua collaborazione con il tipografo Bodoni di Parma e insieme pubblicarono un'apprezzata raccolta di classici greci e romani.
Gli eventi rivoluzionari in Francia ebbero gravi conseguenze sulla vita di Azara. In seguito alla decisione del Direttorio francese di occupare lo Stato Pontificio, visti gli ottimi rapporti con entrambi, Azara fu scelto come mediatore per la Santa Sede da Papa Pio VI. Il 7 giugno 1796 ebbe il primo incontro con Napoleone, durante il quale sarebbe stato perfezionato l'armistizio di Bologna, firmato il 23 giugno. Al suo ritorno Azara fu accolto a Roma come un vero liberatore. Il grande scultore Antonio Canova modellò una stele in suo onore con l'iscrizione RESTITUTOR QUIETIS.
Tuttavia, la violazione dell'armistizio da parte dei francesi e la firma del Trattato di San Ildefonso tra Spagna e Francia minarono la neutralità della mediazione di Azara e finirono per mettere in pericolo la sua vita. Alla fine il Papa fu rovesciato ed esiliato e il 15 febbraio 1798 fu proclamata la Repubblica Romana.
Nello stesso anno Azara fu nominato ambasciatore a Parigi da Godoy, che lo costrinse a lasciare tutti i suoi beni. Portò con sé solo la sua famosa dactyliotheca (anelli, pietre e cammei), invidiata da molti grandi signori. Alla sua morte, pochi anni dopo, una parte della sua collezione di dipinti e antichità tornò in Spagna, mentre altre furono disperse. Gran parte della sua biblioteca fu venduta all'asta pubblica a Roma nel 1806. Non si sposò mai, ma ebbe sempre un grande sostegno nella sua amante Giuliana Falconieri, principessa di Santacroce.

PILLOLE DI STORIA

L’Ambasciatore Cardinale Troyano Acquaviva (1694-1747).

È stato, senz’ombra di dubbio, uno degli ambasciatori più carismatici e autorevoli del XVIII secolo, a Roma. Fece diventare il Palazzo di Spagna un importante salotto sociale e culturale. Il suo segretario personale, il famoso Giacomo Casanova, nelle sue celebri “Memorie” scrisse su di lui che “a Roma ha più potere del Papa”.

Inoltre, l’erudito francese Charles De Brosses, acerrimo nemico di Voltaire, descrisse così l’Ambasciatore Acquaviva: « Le plus grand seigneur de Rome et le plus magnifique; considéré, accrédité, passe pour un homme de bien; grand débrideur de filles… » « La conversation du cardinal Acquaviva se tient deux fois la semaine. Elle est nombreuse et magnifique. On n’y joue que rarement ; c’est une conversation proprement dite, car on ne fait qu’aller conversant çà et là le long des appartements. »

Il cardinale Acquaviva fu nominato Ambasciatore nel mese di ottobre del 1734 e rimase in carica fino al giorno del suo decesso, il 21 marzo 1747. La sua grande autorevolezza era dovuta al suo doppio incarico: era, nel contempo, ambasciatore di Felipe V, Re di Spagna; e di Carlos de Borbón, Re di Napoli. Alla sua abilità diplomatica sono dovuti sia il concordato tra la Santa Sede e la Spagna del 1737, sia il concordato tra la Santa Sede e il Regno di Napoli del 1741.

Il grande filosofo napoletano Giambattista Vico gli dedicò la sua opera più famosa: Scienza nuova.

Fu Cardinale titolare della Chiesa di Santa Cecilia a Roma, dove è tutt’ora sepolto. Era nipote dell’Ambasciatore Cardinale Francesco Acquaviva, il quale provvide alla sua educazione.

PILLOLE DI STORIA:

L’Ambasciatore Cardinale Francesco Acquaviva d’Aragona (Napoli 1665 – Roma 1725).

Questo bellissimo dipinto raffigurante il Cardinale Francesco Acquaviva, opera di Antonio David, è custodito nel Monastero delle suore benedettine della Chiesa di Santa Cecilia a Roma, di cui il Cardinale Acquaviva fu titolare e dov’è tutt’ora sepolto.  Con lui ebbe inizio la serie di Ambasciatori Cardinali che fungeranno da capo missione presso questa Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede, durante la prima metà del XVIII secolo.

Fu Nunzio Apostolico in Spagna dal 1700 al 1706. Sostenne apertamente Felipe V nella Guerra di Successione e per questo motivo la sua famiglia perse tutti i suoi beni nel Regno di Napoli, quando fu preso dagli austriaci nel 1708. Quale compensazione, Felipe V lo nominò rappresentante diplomatico del Re Cattolico presso la Santa Sede e Cardinale protettore della Spagna. Nonostante ricoprisse tali mansioni di fatto, non fu nominato ufficialmente Ambasciatore presso la Santa Sede fino al 1716. Svolse l’incarico fino al giorno del suo decesso.
Il suo ruolo a Roma presso la Corte Pontificia fu fondamentale, a causa delle difficili relazioni esistenti all’epoca a seguito del riconoscimento, da parte del Pontefice Clemente XI nel 1709, dell’arciduca Carlo di Austria quale re cattolico e anche per la politica del regalismo seguita, successivamente, da Felipe V. Nel 1718 il suo intervento, a seguito della decisione del Re Felipe V di ordinare a tutti gli spagnoli di abbandonare Roma, si dimostrò fondamentale per evitare mali maggiori, e già nel 1721 riuscì a far rinsaldare le relazioni tra entrambe le Corti. Svolse anche un ruolo determinante durante il conclave che elesse Vincenzo Maria Orsini al trono papale (Benedetto XIII).

Nel 1714 fu altresì Deux ex machina delle seconde nozze del Re Felipe V con Isabella di Farnesio.

LO SAPEVI?

Il bellissimo loggiato e lo scalone monumentale del Palazzo di Spagna furono ristrutturati nel 1898 durante il mandato dell’Ambasciatore Rafael Merry del Val, padre del famoso cardinale omonimo, che diventò Segretario di Stato con Pio X. Per commemorare – che coincidenza – i 400 anni della presa del Regno di Granada nel 1492, si commissionò a Federico Ballester un dipinto quale allegoria di quest’evento di grande importanza per la storia di Spagna, in cui la Regina Isabel la Católica raffigura la Madonna e il Sultano Boabdil, ai suoi piedi, consegna le chiavi di Granada. È firmato e datato 1898.

Federico Ballester fu un pittore, decoratore e scenografo conosciuto. Uno dei più noti esponenti del “modernismo” catalano, lo stile che giunse in Italia dalla mano di Mariano Fortuny riscuotendo un grande successo. A Roma, Ballester decorò le volte del Teatro Argentina e quelle del nuovo Teatro Adriano, opere purtroppo oggi perdute. Dipinse anche un “Trionfo della Luce” nel soffitto del primo cinema di Roma, il Moderno (1904), ripristinato nel 1999 e oggi conosciuto come The Space Roma Moderno. Una delle sue opere più emblematiche in Italia è il soffitto del Teatro Rossetti di Vasto (1905).

PILLOLE DI STORIA

Ambasciatori nel XIX secolo.

Gli Ambasciatori nel XIX Secolo Le relazioni tra la Spagna e la Santa Sede furono difficoltose durante il 19mo. secolo. Parliamo del secolo del liberalismo, momento in cui si stava definendo un nuovo modo di relazionarsi tra lo Stato e la Chiesa. Infatti, nel 1833 il Papa non volle riconoscere il governo liberale di Isabel II. Altresì, congelò le relazioni con i governi del biennio progressista (1854-56) e del chiamato sessennio democratico (1868-75).

Nel contempo, nell’animato dibattito tra moderati/conservatori e progressisti/liberali di questo periodo nel nostro paese, argomenti quali le compensazioni per le successive alienazioni, la questione della libertà religiosa, il matrimonio civile o la chiama questione romana (la nascita dello Stato italiano e la soppressione del potere territoriale del Pontefice) ebbero un ruolo centrale nel dibattito politico spagnolo. Quello che succedeva a Roma si ripercuoteva immediatamente sulla politica spagnola.

Per questo motivo, in quel periodo gran parte degli Ambasciatori di Spagna presso la Santa Sede provenivano direttamente dallo spettro politico. Molti di essi svolsero incarichi di gran importanza nel Governo e nel Parlamento. Ad esempio, Joaquín Francisco Pacheco fu Presidente del Consiglio dei Ministri nonché Ministro di Stato nel 1847; successivamente fu Ambasciatore presso la Santa Sede in ben due occasioni. Anche gli ambasciatori Francisco Martínez de la Rosa e Manuel Pando, Marchese di Miraflores: entrambi furono anche Presidenti del Consiglio dei Ministri e inoltre ministri e deputati. Altri ambasciatori, quali Antonio Ríos Rosas (per ben tre volte Presidente della Camera dei Deputati), Alejandro de Castro (Ministro di Stato e senatore a vita), Francisco de Cárdenas (Ministro della Giustizia e Governatore del Banco de España) o Alejandro Groizard y Gómez de la Serna (ministro, deputato e senatore) furono grandi esponenti della politica spagnola a quell’epoca.

Apollo e Diana

LO SAPEVI?

Questo magnifico centro tavola in stile neoclassico, con Apollo e Diana al centro, fu commissionato nel 1803 dall’Ambasciatore Antonio de Vargas y Laguna, per decorare la sala da pranzo di gala del Palazzo di Spagna. È attribuita allo scultore catalano Damià Campeny.

A causa di strane vicissitudini del destino, oggi si può ammirare presso la Galleria Nazionale di Parma, dove potrebbe essere giunta – ma non è assodato – quale parte dell’eredità di Carlos IV de Borbón, la cui figlia María Luisa, convolò a nozze con il Duca di Parma e fu Reggente del Regno di Etruria.

Il Regno di Etruria fu costituito per decisione di Napoleone Bonaparte il 21 marzo 1801 in virtù della firma del Trattato di Aranjuez, quale compensazione per la rinuncia al Ducato di Parma e Piacenza. Fu un regno effimero, che si protrasse fino al 1807. María Luisa, “Infanta de España” fu durante quegli anni la Reggente della Corona per conto di suo figlio Carlo Ludovico. Lui non si riprese il Ducato di Parma fino al 1847.

E no, non si tratta di una favola di Stendhal!

PILLOLE DI STORIA

La festa barocca fu uno dei principali strumenti di propaganda culturale e politica nella Roma del XVII e XVIII secolo. La piazza di Spagna ospitò molte di queste feste, promosse e finanziate dall'Ambasciatore di Spagna. Qui è riprodotto l'impressionante spettacolo pirotecnico realizzato dall'architetto Nicola Salvi nel 1728 per festeggiare il matrimonio dell'allora principe delle Asturie, Ferdinando VI, con Barbara di Braganza.

Costruito sopra la famosa Barcaccia, nell'effimero si mostra Imeneo (dio delle cerimonie matrimoniali) tra le nuvole; Amore sul globo del mondo; e in cima Apollo circondato dalle nove muse.

A sinistra si trova il palazzo di Spagna, decorato con quattro gallerie di palchi da cui assistere comodamente allo spettacolo pirotecnico.

Un vero e proprio teatro barocco all'aperto!

 

LO SAPEVI QUE...?

Nella Chiesa cattolica, un concistoro è una riunione del collegio cardinalizio convocata dal Papa per assisterlo nel governo della Chiesa. Il concistoro del 27 agosto è un concistoro ordinario per la creazione di 20 nuovi cardinali, tra cui lo spagnolo Fernando Vérgez, attualmente presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Papa Francesco consegnerà ai nuovi cardinali la berretto rosso e l'anello cardinalizio. Nel corso del suo pontificato, Papa Francesco ha celebrato - con questo - otto concistori ordinari. In tutti ha creato un cardinale spagnolo, in alcuni due.

D'ora in poi i cardinali elettori (cioè coloro che hanno meno di 80 anni e possono votare in conclave) saranno 132; Francesco ne ha eletti 83. In questo concistoro, Papa Francesco ribadisce il suo desiderio di dare maggiore partecipazione al Sacro Collegio ai Paesi che finora non vi erano rappresentati.

Come estensione del tradizionale diritto all'immunità diplomatica, il Palazzo di Spagna godeva del cosiddetto diritto di quartiere. Questo si estendeva oltre l'ambasciata stessa, con dimensioni variabili a seconda degli equilibri politici. Questo diritto di quartiere era qualcosa di peculiare Delle Corti di Roma e Madrid e diede origine a molti conflitti e dispute.

LO SAPEVI CHE…?

Nella zona "caserma" dell'Ambasciata non si pagavano alcune tasse pontificie, il che incoraggiava i mercanti a stabilirsi in questa giurisdizione. In particolare, non fu pagato il canone del sale, il che permise di produrre e vendere pane di migliore qualità. Vendevano anche diverse varietà di arance, sconosciute nel resto d'Italia. Quattordicimila romani vivevano lì.

LO SAPEVI QUE...?

Se vogliamo vedere il grande dipinto del pittore valenciano Vicente López dove raffigura Ferdinando VII con l'abito del Toson d'Oro (1831), forse l'effigie più imponente e impressionante di questo monarca, dovremo entrare nel Palazzo di Spagna. Se invece vogliamo vedere il suo ultimo dipinto, in cui ritrae D. Alejandro Mon (1850), l'uomo che sarà ambasciatore a Roma e che accoglierà Papa Pio IX a Palazzo durante l'inaugurazione della colonna dell'Immacolata Concezione, dovremo recarci al Museo del Prado di Madrid.

LO SAPEVI CHE…?

Nel XVIII secolo Piazza di Spagna divenne l'anticamera delle visite archeologiche di Roma che segnarono l'avvento del cosiddetto "Grand Tour". L'interesse per l'archeologia fu stimolato dalle magnifiche "vedute" di Belotto, Pannini e Vanvitelli.
È il periodo in cui Piazza di Spagna diventa un grande caffè letterario, dove si posano le basi della cultura neoclassica europea. A. R. Mengs, J. Winckelmann, G. B. Piranesi, A. Kaufman, l'ambasciatore J. N. de Azara fecero della Piazza il centro delle attività culturali e sociali dell'epoca.

¿LO SAPEVI CHE…?

La pianta di Roma con lo stemma di Famiglia di Papa Chigi, disegnata da Lievin Cruyl ed edita da Giovanni Battista de Rossi nel 1665, è forse la prima volta che la Piazza di Spagna assume nella toponomastica ufficiale il nome che tuttora la caratterizza: Forum Hispanicum.

L'immagine rappresenta proprio quel particolare della pianta di Roma.

LO SAPEVI CHE...?

Questo dipinto che raffigura il re Alfonso XIII, bisnonno dell'attuale re di Spagna Felipe VI di Borbone, nasconde un segreto riguardo il suo autore, l'artista Vicente Palmaroli.

Se volete sapere di cosa si tratta, vi invitiamo a guardare la pillola televisiva realizzato da Costantino d'Orazio su questo Palazzo per RAI NEWS 24 Ore.

LO SAPEVI CHE...?

Il Palazzo di Spagna è uno dei pochi tra i grandi palazzi romani a godere del "diritto di Baldacchino", cioè del diritto di ospitare ufficialmente le visite del Papa. Nel caso specifico del Palazzo, questo baldacchino presiede nel salone di Palafreneros.

Questo apparato effimero di Domenico Paradisi venne realizzato per le nozze del principe delle Asturie e di Luisa Isabella d'Orleans. Questa Machina di Fuoco fatto ardere dall’Ambasciatore Acquaviva d’Aragona nella Piazza di Spagna il 10 Dicembre del 1721, anniversario della nascita della Maestà del Re cattolico.

LO SAPEVI CHE...?

Nelle cerimonie dell'Età Moderna, soprattutto durante il Barocco, quando si celebrava qualche evento importante, era comune costruire architetture effimere nelle piazze, palazzi o chiese, decorandole in maniera pomposa con effetti luminosi e sonori. Tutto ciò derivava dalla necessità di affermare un'idea o un potere.

Pertanto, le opere effimere hanno creato suggestivi viaggi visivi, arricchendo l'ambiente urbano e cambiando l'aspetto degli edifici per pochi giorni.

L'interno del Palazzo di Spagna è prevalentemente di colore rosso cardinale. Infatti, le stanze più importanti, come la stanza dei vescovi e quella dei cardinali, sono rivestite di tessuti rossi damascati.

LO SAPEVI CHE…?
Questi tessuti damascati sono stati realizzati a San Leucio di Caserta dalla stessa fabbrica italiana che li produce anche per alcune delle residenze più prestigiose e storiche del mondo, come Buckingham Palace e la Casa Bianca.

LO SAPEVI CHE...?
Nel 1976, l'Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede ebbe l'onore di avere come ambasciatore Ángel Sanz Briz, noto come "l'Angelo di Budapest", che morì proprio nel Palazzo di Spagna nel 1980 e il cui nome compare nel Giardino dei Giusti come riconoscimento per aver salvato più di 6.000 ebrei ungheresi durante l'Olocausto emettendo passaporti falsi.

LO SAPEVI CHE...?
In passato, quando veniva nominato un nuovo ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede (un tempo nota come "Ambasciata d'Obbedienza"), faceva il suo ingresso ufficiale a Roma con una cavalcata solenne, partendo dalla Villa di Giulio III e percorrendo Via del Corso fino al Palazzo di Spagna, sede permanente dell'Ambasciata. Tale cavalcata era composta da una ventina di carrozze ed era accompagnata da 250-300 "famiglie". 

Questa incisione fu commissionata dall'Ambasciata di Pedro Antonio de Aragón a Gian Giacomo de Rossi e mostra il corteo spagnolo in cammino verso il Quirinale.